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domenica 17 febbraio 2013

I migliori 14 dischi del 2012 secondo me


Lo so, come al solito sono in un ritardo clamoroso. Ma quest'anno ho una scusante, stavo cercando in tutti i modi di scegliere soltanto 10 dischi, di fare una top-ten come si deve; ovviamente non ci sono riuscito, penso addirittura di aver scordato qualcuno!
Ovviamente questa classifica è assolutamente personale e si basa sui dischi che ho ascoltato che, ovviamente, non sono tutti.


14- Fine Before You Came - Ormai 
(post-rock, screamo)

Chitarre in lento crescendo e chiusure in accelerazione, cambi di ritmo incisivi ed inaspettati, il riassunto delle quotidianità in poche righe. Gli italiani FBYC propongono un genere che mescola in modo perfetto post-rock e screamo, la verità viene urlata, il disagio è sentito, è reale. Sicuramente l'Italia che non ti aspetti, l'Italia che merita di più. 






13- Chromatics - Kill For Love
 (synthpop, post-rock, ambient)

Siamo alla guida della nostra auto in una notte metropolitana, le luci sono indefinite, il viaggio è lungo. Le atmosfere sono rallentate, plasticose, noir. Una riuscitissima simbiosi di immagini e suoni, di atmosfere romantiche ed eterne; a volte non è importante la meta, è importante il viaggio.







12- Grizzly Bear - Shields
 (indie rock, indie folk, art rock)

Il capolavoro è lontano e i tempi sono cambiati. Un disco che sembra ben fuori dalle loro corde, il crescendo emotivo e la tensione lasciano il posto a canzoni più disinvolte, gli angoli sono stati smussati e viene lasciato più spazio al pop. Un'evoluzione sicuramente audace che non ci si aspettava, la malinconia viene allontanata e si inizia ad intravedere un timido sorriso. Anche se le atmosfere e le emozioni suscitate sono cambiate, restano alcuni punti fermi; la qualità indiscussa dei musicisti, gli eccellenti intrecci melodici e l'indole romantica danno vita a canzoni di livello superiore, i suoni sono ricercati, il tutto è bene strutturato e di altissimo livello.  


11- Mark Lanegan - Blues Funeral 
(alternative rock, blues, new-wave)

Il visionario Mark Lenagan sorprende con sonorità al di fuori delle sue corde, aggiunge un tocco di elettronica al suo già consolidato rock e lo rielabora con sonorità anni 80 come i Pet Shop Boys o Kraftwerk. Un Lenagan che non ci si aspetta, un dilemma d'identità e d'intenti; da una parte il Lanegan rock anni 90, con i suoi riff grezzi e rumorosi, dall'altra il Lanegan sperimentatore, che vuole mettersi in gioco e che è pronto a rischiare. Un disco di transizione quindi, con un unico punto fermo: l'intensa voce impastata di Lanegan, la quale conferisce un pathos e un'intensità alle canzoni fuori dal normale, le rende uniche ed emozionanti. 



10- The Smashing Pumpkins - Oceania
(rock, alternative rock)

Billy Corgan non ha più 20 anni, le camice a quadrettoni non sono più di moda e gli anni 90 sono finiti da un pezzo. Questo Corgan sembra averlo capito, i testi sembrano addolciti e le sonorità smussate, il tutto sembra rinnovato e modernizzato. Il problema nel 
giudicare il nuovo lavoro di un gruppo di questo calibro è proprio il paragone con i vecchi album; se questo disco viene confrontato con i capolavori precedenti risulta plasticoso e nostalgico mentre, se lo si giudica come un'opera a sé stante, risulta onesto e dignitoso, dimostra che il gruppo non è soltanto l'ombra di quello che era ma è ancora in grado di fare ancora buona musica.

7- Japandroids - Post Nothing 
( indie rock, garage rock, noise )

Il duo dei Japandroids ci propone un album che è una buona scarica di adrenalina, il tutto scorre veloce ed è ben dosato; un mix perfetto di elementi rock, punk e noise contornato da testi adolescenziali, le canzoni sono colorate e divertenti, si lasciano ascoltare con facilità, senza nessuno sforzo. Purtroppo però la mancanza d'originalità e la gracilità dele strutture viene fuori dopo pochi ascolti, il divertimento iniziale lascia il posto ad un leggero senso di insoddisfazione causato dalla poca diversità dei pezzi.



9- Fiona Apple - The Idler Wheel
 ( alt rock, alt pop, jazz )

Una composizione fragile e minimalista, un cantato viscerale e straziante, una maturità artistica invidiabile. Con la sua voce potente ed espressiva Fiona ci confessa le sue fragilità e i suoi desideri, ci parla della sua vita reale e dei suoi problemi. Una musica 
nuda e controintuitiva, fatta di dissonanze e tempi dispari, con arrangiamenti minimali e percussioni incalzanti; Fiona ci ammalia e ci trasporta nel suo mondo, ci confessa i suoi dubbi e le sue incertezze, ci rende i suoi confidenti.  Alla fine scopriamo che le sue debolezze sono in realtà anche le nostre e che, per quanto non vogliamo ammetterlo, siamo fragili, proprio come lei.


8 - Dirty Projectors - Swing Lo Magellan 
( indie rock, alt rock, alt pop )

Un songwriting imprevedibile ed ambizioso, fatto di arrangiamenti complessi e variegati che spaziano con eleganza dal pop schizofrenico al doo-wop; una musica libera e fuori dai canoni, una musica da sviscerare completamente per apprezzare a pieno il suo cuore pop. Dave Longstreth e i suoi compagni ci trasportano con eleganza nel loro mondo trasognato, alternano con maestria luce ed ombra e citano e rielaborano grandi gruppi come XTC e Talking Heads. La qualità dell'opera conferma la grandezza di uno dei migliori gruppi contemporanei in circolazione, che presumibilmente però resterà in ombra a causa della poca radiofonicità delle canzoni.



6- Django - Django
( alt-rock, neo-psychedelia, electronic)

L'elogio del sintetico, canzoni dalla presa facile che esplodono in un tripudio di colori e spensieratezza. Nel calderone dei Django sono presenti delle sonorità esotiche e western che creano delle melodie canzonate, il tutto è condito da soluzioni mai banali e con ritmi veloci e sincopati. Il pop-synth viene fuso col folk, vengono utilizzati con mestria i contro canti ed il tutto risulta originale e coraggioso. Un disco che offre intrecci trascinanti e sognanti, non ci sono punti fermi, il tutto è mutevole ed estremamente innovativo.




5- Tame Impala - Lonerism 
(psychedelic rock, alternative rock, dream pop, psychedelic pop)

I Beatles immersi in salsa acida, sonorità psichedeliche combinate con melodie pop. Atmosfere che fanno smarrire la strada e annebbiano i sensi, fanno aumentare le percezioni e ci conducono in spazi nella nostra mente che non sapevamo esistessero. Citazioni
in ogni dove, partendo dai Beatles fino ad arrivare ai Flaming Lips e ai Cream, una miscela ben riuscita di vecchio e nuovo; il tutto è estremamente ben dosato, le strutture sono stabili e la qualità in ogni dove. Ci perdiamo nel passato ma siamo ben ancorati nel presente, il tutto è unico e sovrannaturale.



4- Jack White - Blunderbuss
(rock, blues rock, blues)

Il re Mida contemporaneo, ogni progetto musicale con il suo nome è oro, brilla di luce propria. Liberato dalla 'gabbia' dei progetti paralleli Jack vola alto, esplora nuovi orizzonti e nuove sonorità, da sfogo alla sua fervida fantasia compositiva e ci mostra il suo ego. Mescola e rielabora alcuni sonorità ormai datate, dà sicuramente più risalto alla sua anima blues rispetto a quella rock; ci ammalia con le sue eleganti ballate, ci coccola con le sue nenie e ci scuote nei momenti più rock. Disco estremamente variegato che sa sorprendere con strutture semplici ma che lasciano il segno.



3- Alt-J - An Awesome Wave
( indie rock, alt rock)

La voce nasale di Joe Newman ci trascina all'interno del suo mondo, fatto di atmosfere ammalianti ed affascinanti, intime; i generi vengono fusi insieme per creare una nuova sonorità che, al tempo stesso, risulta originale ma già sentita. Ritornelli e sonorità devastanti entrano subito nella testa, le ritmiche sono ossessive e le soluzioni sono fresche e originali; le strutture dinamiche e le sonorità coinvolgenti stupiscono, lasciano senza fiato. Al primo impatto siamo travolti, restiamo a bocca aperta di fronte a questa sonorità ancora non ben definita, la quale mantiene una forte ritmicità e una forte orecchiabilità, ci seduce con la sua qualità e la sua ricchezza. Siamo travolti dall'onda, non resta che immergersi completamente e sperare di uscirne il prima possibile.



2- Deftones - Koi No Yokan 
( metal, alt metal, hard rock)

Prendete i Deftones, conditeli con riff granitici alla Meshuggah ed un pizzico di soluzioni post-rock: otterrete un disco in perfetto equilibrio tra violenza e melodia, tra rabbia e controllo. I Deftones si rimettono in gioco, rimescolano le carte e ne aggiungono delle nuove, ci stupiscono con soluzioni inedite e fuori dalle loro corde; i ritmi sono martellanti, le melodie sono 
eteree, impalpabili. Un gruppo che mantiene la sua identità ma, allo stesso tempo, è capace di rinnovarsi, di aggiungere soluzioni, di smussare gli angoli e di restare fedele al suo genere. È incredibile come Il 7 album si avvicini al capolavoro, i vecchi problemi sono superati grazie a strutture dinamiche che fanno risultare il tutto equilibrato e perfetto in ogni nota.


1- The Shins - Port Of Morrow 
(indie rock, indie pop)

Ci sono dischi che, per un motivo o per l'altro, ti riempono il cuore, ti mettono allegria. Sono dei fedeli compagni di viaggio in momenti difficili, ti entrano in circolo, fanno parte di te. Certe volte abbiamo bisogno di semplicità, di una voce familiare e di ritornelli semplici ed efficaci. I propri amici non si possono giudicare con lucidità ed oggettività, conosciamo perfettamente i loro difetti ma gli vogliamo bene per quello che sono, nonostante tutto. Ogni nota mi mette i brividi, questo basta per stare in cima.