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sabato 24 marzo 2012

Teenage Botterocket: They came from the Shadows



2009 - Punk rock, Power Pop.

"Three chords songs, one string solos". In perfetto stile Ramones e Screeching Weasel.
I quattro ragazzoni del Wyoming lanciano il loro quarto LP riprendendo da dove si erano fermati. Un disco dalle sonorità "old school" che strizza l'occhio (o sarebbe meglio dire entrambi gli occhi) alle sonorità del punk rock americano, quello vero. Suoni grezzi, batteria veloce, ripetitiva e rumorosissima, strumenti a corde suonati totalmente in downstroke. La opening track "Skate or Die" ci fa subito capire cosa ci dobbiamo aspettare da questa piccola perla del pop punk, 2 minuti e 10 di pura energia. In un universo musicale dalle connotazioni totalmente grottesche, i TB tirano fuori un vero disco "vintage" senza cadere nel ridicolo e nel triste scimmiottamento di quel che era. Il Wyoming ci ha regalato la prima cosa bella nel panorama punk rock dopo lo scioglimento degli Screeching Weasel.
Straconsigliato a chi non riesce a dormire senza ascoltare Ramones, Screeching Weasel, Riverdales, Queers.. ;a anche a chi ha bisogno di una bella scarica di energia e fare un po' di bobbing con il capoccione, casomai in sella a uno skate, snowboard o similari.

Voto 8/10

lunedì 19 marzo 2012

Rage Against The Machine: The Battle Of Los Angeles

1999 - Crossover, Alternative Rock, Rapcore - Voto: 8/10

I tempi cambiano ma i nemici sono sempre gli stessi. Non hanno facce nè colori, non hanno fazione politica, sono delle entità superiori. Il nemico è racchiuso nei piccoli gesti giornalieri, dall'ipocrisia in una stretta di mano al razzisimo gratuito quotidiano, dall'indifferenza verso chi non ha all'ignoranza spacciata per sapienza, che dà adito a versioni distorte della realtà. Accettare queste cose perchè siamo assopiti nelle nostre frivole faccende è un po' come morire dentro; è infatti ora di svegliarsi, di far sentire la propria voce. "Battle of Los Angeles", terzo capitolo del trittico di fuoco targato RATM, si propone di fare proprio questo, di incitare la folla a far sentire la propria voce, a scendere in piazza, a scatenare una rivolta. Ci hanno tolto tutto e ci hanno fatto incazzare, non ci resta che essere scorretti, scomodi.

Zack De la Rocha, perfettamente consapevole del potere della propria parola e della sua influenza, aggredisce l'apparato uditivo con rime infuocate e rap al vetriolo, si scaglia con violenza sui reali problemi del nostro tempo e racconta, con il suo flow aggressivo e mai banale, l'impari lotta che esiste tra chi ha e chi non ha, qualsiasi cosa essa sia: soldi, potere o tempo. Chi ha il controllo può ingannarci, può manipolarci; De la Rocha cita Orwell, "Who controls the past controls the future, who controls the present controls the past", ci scuote e ci sovrasta con il suo flow incendiario, ci smuove qualcosa dentro. De la Rocha è capace di alzare un polverone con il suo slang impastato, ci narra delle ingiustizie del nostro mondo come quella di Mumia Abu-Jamal delle Pantere Nere, ci mette la pulce nell'orecchio, ci fa venire voglia di sapere, di conoscere.

Mentre De la Rocha sputa fuoco e fiamme, l'artigiano del suono Tom Morello, a metà strada tra un dj e un chitarrista, tira fuori riff spaccaossa e sonorità al limite dell'udibile, re-interpreta il modo di suonare la chitarra e ci stupisce con funambolici assoli senza note, con riff urticanti e suoni inconsistenti. L'uso improprio della chitarra viene ribadito in ogni pezzo, vengono create atmosfere corrosive e indigeste, ogni pezzo è pronto ad esplodere; si passa con disinvoltura dall'assolo del contatto del jack in 'Testify' al suono alieno di 'New Millennium Homes', vengono imitate sonorità inusuali come quelle dei congegni elettronici o di strumenti aerofoni come la cornamusa. Tutto questo è possibile grazie ad un uso massiccio di effettistica, lo stesso Morello ci tiene a precisare che non è stato utilizzato nessun tipo di campionamento.

Anche la sessione ritmica ha qui più spazio che mai, crea groove trascinanti che riescono ad amalgamarsi perfettamente nel contesto acido e a tratti psichedelico creato dalla chitarra di Morello: ci fanno muovere, non possiamo stare fermi. Non ci resta che alzare il volume, "Turn that shit up" come dice Zack.

C'è chi lo considera un disco più orientato al mainstream, chi lo ha visto come un semplice mossa commerciale; io lo vedo come il disco che porta alla ribellione, che fa scendere in piazza, che blocca Wall Street (vedi il video di "Sleep Now in the Fire"), che ci fa venire voglia di lottare, di sapere le cose come stanno. È anche il disco della fine di un'epoca, la massima popolarità raggiunta coincide con le prime divergenze artistiche, gli intenti ormai sono combiati ed iniziano a vedersi le prime crepe. Pochi anni dopo Bush viene eletto e i RATM hanno perso la loro ultima grande battaglia, non ha senso continuare.
Di loro ci ricorderemo per sempre della carica espressiva, della voglia di ribellione e del genio di Morello.