Demo Site

lunedì 28 febbraio 2011

I migliori 11 dischi del 2010 secondo me

Come ogni blog musicale che si rispetti, ecco la mia personale classifica degli 11 miglior dischi del 2010; perchè proprio 11? perchè ho provato e riprovato a tirarne fuori qualuno ma niente, non ci sono riuscito, sono stati tutti importanti.
Questo post, oltre ad essere un grande classico per i blog musicali, viene anche da una piccola 'lamentela' fatta dai pochi fedeli ascoltatori del blog ( mitici! ), che mi hanno fatto notare la mancanza di album recenti.
Neanche a dirlo, il giudizio è soggettivo ed è basato soltanto sugli album che ho ascoltato che, ovviamente, non sono tutti. Ecco la classifica:


11) Caribou: Swim (elettronica)
Estate al mare, tuffo in acqua, quella sensazione prima di risalire, voci ovattate, suoni plasticosi, bassi 'liquidi', voglia di nuotare. Disco difficile, va ascoltato e riascoltato, colonna sonora di un'estate.







10) The Tallest Man On Earth: Wild Hunt (folk)
Cantatutore a tratti malinconico e a tratti pieno di vita, non ci annoia, non intristisce, belle melodie, begli interecci, suona familiare. Che ci frega dell'originalità, che ci frega di Bob Dylan, io voglio sognare, voglio cantare.






9) Spoon:Transference (indie rock)
Oh gli Spoon, quanto sono sottovalutati! Disco sicuramente più difficile del precedente, un amore sicuramente non al primo ascolto, suoni che sembrano spigolosi, i ritornelli sono strofe e le strofe ritornelli. Decisamente apprezzabili anche le variazioni stilistiche, i cambi di genere da una canzone all'altra.






8) Jonsi: Go (indie rock, post rock, pop)
Emerge uno Jonsi frizzante e primaverile durante tutta la prima parte del disco mentre, nella seconda, si fanno spazio atmosfere oniriche e sognanti, in pieno stile Sigur Ros.
Disco a tratti pop a tratti post-rock, molto variegato. Sono però presenti alcuni cali di stile, che fanno sembrare, in alcuni parti, il disco poco inspirato.






7) The National: High Violet (indie rock)
Il precedente disco, 'Boxer', ci era piaciuto, eccome. Qui le atmosfere sono per certi aspetti più rilassate, la malinconia fa da padrone e c'è spazio per la contemplazione, per le emozioni.
Accompagnamenti orchestrali, progressioni solenni, voce vellutata e la sensazione che, ad un qualsiasi passo falso, si possa passare dall'amore vissuto alla disperazione più profonda.





6) Foals: Total life forever (indie rock, math rock)
I Foals prendono i Talking Heads, li mischiano con i Rapture e schematizzano il tutto utilizzando una equazione matematica.
Ok, questo forse era prima, adesso sono anche capaci di emozionare e di guardarsi all'interno, facendo sempre tener il tempo con i piedi. Ottima evoluzione verso un suono sicuramente più maturo.






5) Menomena: Mines (indie rock, pop, alt-rock)
Quel pop che non ti aspetti, che ti si resta in mente per parecchio, che ti ammalia e ti travolge allo stesso tempo. Disorientano, non ti danno punti di riferimento, se non, occasionalmente, i Tv on The Radio. Forse l'unica vera pecca è che non è presente un unico genere, proprio per questo risulta a tratti dispersivo. Un elogio particolare va fatto al bassista che, in ogni pezzo, la prende sul personale.






4) The Arcade Fire: The Suburbs (indie rock)
Gli osannati Arcade Fire sfornano successi uno dopo l'altro, senza tregua. Siamo però lontani da "Funeral", non trovo più l'esigenza di esprimersi che mi aveva colpito con i primi due lavori, l'immediatezza e, perchè no, il low-fi che mi aveva colpiti nei dischi precedenti. Per carità, gran disco, ma mi aspettavo qualcosa di più da loro; la pecca principale è la lunghezza che fa subentrare la noia.






3) Two Doors Cinema Club: Toourist History
(electro pop, indie pop, indie)
Non si sentiva un disco così giovane e fresco dai tempi del debutto degli Artic Monkey; non si può stare fermi, ci si muove così, senza accorgersene. La qualità di ogni singola canzone è alta, i suoni sono curatissimi, giovani, moderni, canzoni perfette per feste. Incredibile la quantità di singoli che potrebbero uscire da questo disco (quasi tutti).







2) LCD Soundsystem: This is Happening
(funk, elettronica, pop)
Al primo ascolto non piace, gli serve tempo, è un crescendo costante ed inevitabile. Disco che fa ballare, riprende e rielabora alcuni modi di fare musica anni 80, cita senza farsene accorgere, il tutto condito da ritmi 'ballerecci'.
Quando ho scoperto che si sono sciolti ci sono rimasto una merda.





2 parimerito) The Black Keys: Brothers
(garage rock, soul, r'n'b)
Amo questo disco, lo amo profondamente. Mi ha fatto cantare a squarciagola in macchina di notte, muovermi a tempo di musica, divertire e sognare. Disco semplice ma d'impatto, lungo ma che non risulta noiso. Non merita la top perchè non sarei oggettivo, il disco è semplice e segue schemi alquanto banali; ciò non toglie che è un album ricco e che non cade nello scontato.





1) Vampire weekend: Contra
( indie rock, pop )
Non possono che esserci loro, loro che non sbagliano una canzone. Disco basato sulla spensieratezza, sulla voglia di non diventare adulti, di ballare e divertirsi a suon di ritmi tribali, reggae, caribici. Dannatamente contagiosi, trasmettono allegria. Riescono a farmi vedere il cielo meno grigio, questo basta per stare in cima.

mercoledì 23 febbraio 2011

Hammerbox: Numb



quarantadue minuti che scorreranno bene, come ogni volta che apro la sleeve del 33 giri e sento idealmente il profumo della Seattle dei primi anni '90, fervente calderone grunge e punkettaccio...o dovrei dire schifoso odore organico, malsano quanto intrigante? Come lo è la voce di Carrie Akre, che graffia e a fondo senza perdere mezzo colpo. Non so gli avventori o chiunque ascolti questo disco, ma io vengo letteralmente risucchiato nei solchi, un disco bello interamente, bella ogni singola canzone! Gli apici del disco sono in crescendo Hed, Simple passing, Attack of the slime creatures, Trip, e la perla indiscussa ANYWHERE BUT HERE... dovunque, tranne che quàFFFFFFANCULOOOOO!!!!!!!!

Voto: 9,5

Don McLean: American Pie

Donald “Don” McLean è un cantautore statunitense famosissima la sua canzone AMERICAN PIE scritta come una riflessione sulla morte di Buddy Holly, Ritchie Valens e The Big Bopper (cantanti,cantautori e chitarristi statunitensi) morti il 3 febbraio 1959 in un incidente aereo. McLean disse che il testo di questa canzone in qualche modo era un’autografia sulla vita della metà degli anni 50 fino al periodo in cui scrisse la canzone nei tardi anni 60.

In Italia nel 1973 McLean ebbe un breve periodo di notorietà grazie al brano VINCENT ispirato alla vita di Vincent Van Gogh che venne usata come sigla di un seguitissimo giallo televisivo di quel periodo.

L’album American Pie è un classico disco di musica leggera piacevole e gratificante,composto da leggiadre melodia che accarezza la mente quasi come una carezza di madre.

Voto 9/10

Screaming Trees - Dust

1996 - alternative rock - Voto 8/10
Voce pregevole che ti trascina quella di Mark Lanegan che con Dust, un album di alto livello, si supera.... Consigliatissimo chi non lo ascolta è un Gigi D'Alessio!
Canzoni consigliate: Halo of Ashes, All I Know, Dying Days, Dime Western,

lunedì 21 febbraio 2011

John Martyn: London Conversation

La carriera di John Martyn cominciò a diciannove anni, quando nel 1967 esordi con l’album London Conversation un mix perfetto tra folk e blues.

London Conversation a parer mio è un album molto bello con arpeggi e scale che creano un’armonia surreale facendo spaziare la mente in quei contesti di vita vissuta (come nella canzone COCAINE), in quel “caos calmo” che abbraccia la frenetica vita Londinese.

Voto: 9/10

lunedì 14 febbraio 2011

Stereolab: Emperor Tomato Ketchup

1996 - Pop - Voto: 9/10
Un gioiellino da custodire a fianco di Skylarking.

domenica 6 febbraio 2011

Battles: Mirrored

2007 - post rock, math rock Voto - 10/10

Immagini nitide ma incomprensibili,
un ritorno all'ingenuità,
estrema razionalità beffarda,
il trionfo del coas programmato,
una storia raccontata ma non ancora capita.

Sicuramente uno dei migliori dischi degli ultimi 10 anni.


mercoledì 2 febbraio 2011

Eagles of Death Metal: Death By Sexy

2006 - hard rock - rock Voto 7/10:
Un album molto divertente, con sonorità molto alla QOTSA.
infatti alla batteria vi suona Josh Homme leader dei QOTSA.
Canzoni preferite: Cherry cola, I Want You So Hard (Boy's Bad News).